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Quanto vale il mercato della cannabis light in Italia e qual è il prezzo medio di erba legale e olio CBD?

 

Quanto vale il mercato della cannabis light in Italia e qual è il prezzo medio di erba legale e olio CBD? In questo articolo cercheremo di rispondere a questi due quesiti.

 

 

Dal 2017, il mercato della cannabis light ha portato avanti un trend di crescita importante, sia in termini di coltivazione che della rete di distribuzione.

 

Nel giro di pochi anni, questo settore ha registrato numeri importanti. A fine 2019 si sono registrati:

  • 800 partite iva agricole specializzate

  • oltre 2000 punti vendita

  • 1.500 aziende di trasformazione e distribuzione

  • un volume d’affari di circa 150 milioni di euro 

  • circa 11.000 persone impiegate nel settore

 

Questi risultati in appena due anni fanno pensare che ci potrebbero essere enormi margini di crescita. In aggiunta a questi dati, Coldiretti ha dichiarato che i terreni coltivati a canapa sono passati dai 400 ettari del 2013 ai 4.000 stimati a fine 2018. 

 

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Quali sono le opportunità, considerando che il periodo pandemico ha portato un forte sviluppo del commercio online in tutti i settori? 

La creazione di portali di vendita dedicati ha permesso a segmenti di pubblico di superare l’imbarazzo di doversi recare in negozio potendo ricevere i prodotti direttamente a casa in scatole anonime. Secondo open.it il settore ha fatto registrare un 600% di vendite in più durante il primo lockdown, un trend che non sembra destinato a calare a breve. 

La cannabis legale o light per molti è una ri-scoperta dell’attività agricola, a cui si aggiungono tante professionalità specializzate sia per la cura e la selezione delle piante di canapa sia per estrarre i principi attivi e realizzare produzioni cosmetiche, alimentari e molto altro ancora.

 

 

Sono dati molto incoraggianti, considerando che questo settore rimane “prigioniero” del pregiudizio che accomuna la cannabis light – per la quale sono previsti dei valori bassissimi di sostanze psicotrope (la vendita legale prevede la presenza di THC o tetraidrocannabinolo in concentrazioni tra lo 0,2% e lo 0,6%, pressoché inesistente dunque) – con le droghe pesanti e illegali. Un pregiudizio condiviso da alcune parti politiche, che negli ultimi anni non hanno facilitato il superamento di alcuni buchi normativi, come sulle infiorescenze. 

Ma questioni legali a parte, è il preconcetto su questo mercato che permane e che fa i danni maggiori. Malgrado in pochi anni a queste categorie di prodotti si sono avvicinati professionisti, pensionati e persone affette da diverse condizioni e patologie croniche. I benefici sono riconosciuti a livello internazionale, mentre a oggi non è stato registrato un solo problema di salute pubblica legato alla cannabis light. 

L’Italia potrebbe essere tra i principali produttori europei di una canapa di qualità, in un giro d'affari nell’Unione che di per sé oggi è stimato sui 400-500 milioni di euro, ma calcolando l’indotto che genera potrebbe a breve valere 36 miliardi nel giro di pochi anni. 

Questo significherebbe anche un importante gettito nelle casse dello Stato, se quest’ultimo saprà superare certi preconcetti. 

 

Una sola pianta per molteplici utilizzi

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I comparti economici che possono trarre benefici e guadagni da questo mercato sono molteplici, ragionando sul ciclo di produzione.

Il primo ovviamente è il settore agricolo, con tutte le professioni specializzate e impiegate per migliorare e incrementare i raccolti, oltre che per selezionare le genetiche delle piante. 

Dopodiché il trattamento per l’estrazione del CBD e l’essiccazione delle infiorescenze – in modo che mantengano tutte le loro proprietà benefiche – chiama in causa ingegneri e produttori di macchinari preposti e chimici. I prodotti vanno poi venduti, quindi si coinvolgono aziende ed esperti per il packaging, grafici e informatici per le campagne pubblicitarie e per gli strumenti digitali per la vendita diretta, oppure agenti di commercio e distributori esterni per posizionare al meglio il prodotto nei principali store online e nei negozi fisici, arrivando quindi ai rivenditori. 

I derivati della canapa, inoltre, sono molteplici. Oltre ai prodotti “diretti” dalla lavorazione della pianta, il CBD, i semi e le infiorescenze possono essere impiegati nel settore della cosmesi per creare creme e prodotti per il corpo, nell’industria alimentare (biscotti, farine, tisane e molti altri derivati). 

La cannabis dunque è una materia prima estremamente versatile che può essere impiegata in molti modi, creando di conseguenza molti posti di lavoro.

 

 

Quanto costa la cannabis light in Italia?

Ma veniamo al sodo: quanto costa il prodotto al consumatore finale? 

 

Partiamo dalle infiorescenze. Ci sono molte variabili da tenere in considerazione:

  • la varietà: a seconda delle genetiche, la cannabis light può avere diverse proprietà e gusti particolari;

  • le tecniche di coltivazione: come per ogni settore agricolo, ci sono diverse filosofie sull’uso di pesticidi o agenti chimici, oppure l’impiego di terreni e tecniche biologiche (come il Live Soil) per proteggere la qualità e la purezza della pianta;

  • la concentrazione di CBD che si riscontra nell’infiorescenza;

  • la quantità: le confezioni possono essere da 1, 3, 5 o 10 grammi, e spesso acquistando una quantità maggiore si può fruire di un piccolo risparmio.

 

 

Il costo del prodotto è in generale, la cannabis si attesta tra i 6,50€ e i 12,00€ al grammo, ma alcune marche e tipologie possono arrivare anche a 18,00€. 

Le proposte di mercato vanno dai 7,00€ al grammo della Gorilla Kush alle varietà più pregiate da 9,00€/g. La concentrazione di CBD è l’elemento di riferimento anche per l’olio, insieme alla qualità delle materie prime e alla tipologia di prodotto. Si distingue infatti tra olio full-spectrum (che oltre al CBD contiene anche molte altre sostanze estratte dalla canapa che ne favoriscono i benefici) oppure olio in purezza. 

Un altro fattore importante è la tipologia di coltivazione: una produzione biologica, attenta alla qualità del terreno e priva di fertilizzanti e prodotti chimici aggressivi permette di avere un prodotto molto più naturale e benefico.

 

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Per valutare davvero il prezzo dell’olio CBD però è importante verificare il rapporto tra contenuto della confezione e percentuale di cannabidiolo. Se in una boccetta di olio da 10ml abbiamo una percentuale di CBD del 10%, vuol dire che ci sono 1.000 mg di principio attivo; la stessa confezione ma con un 30% di CBD avrà una concentrazione molto più elevata, e quindi un prezzo molto più alto.

 

 

Trovi un olio CBD full-spectrum da agricoltura organica e biologica a questi prezzi:

  • 5% CBD: 15,00€

  • 10% CBD: 30,00€

  • 15% CBD: 45,00€

  • 20% CBD: 60,00€

  • 30% CBD: 75,00€

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