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Come diventare una Guida Alpina di professione

 

 

L’ambiente della montagna è per molti un vero e proprio toccasana dalla vita stressante e alienante delle grosse città tutte traffico, lavoro e corse tra mille impegni. Ogni estate e inverno migliaia di persone cercano negli ambienti montani una vera e propria pace dei sensi che spesso riconcilia e ricarica più di una vacanza al mare. A fianco di chi cerca una vacanza tranquilla, si vedono anche persone inerpicarsi su ripide pareti, arrampicare creste e precipizi, scendere canaloni innevati o percorrere improbabili vie ferrate. Questi appassionati di montagna vivono questo ambiente in modo più avventuroso ma con il medesimo obiettivo di equilibrio e pace dei sensi.

Non tutti hanno la fortuna di nascere e crescere nelle valli alpine o appenniniche e quindi acquisire fin da piccoli le conoscenze e le competenze necessarie a praticare sport montani e alpinistici. Per aiutare le persone ad acquisire queste conoscenze e per percorrere itinerari impegnativi, ci si rivolge quindi ai professionisti della montagna: le Guide Alpine. Non sono solo professionisti, bensì sono veri e propri appassionati che hanno fatto della loro passione un lavoro a tempo pieno con il quale condividono esperienze, conoscenze e l’adrenalina di vivere la montagna a 360 gradi. In questo articolo vediamo quali sono i requisiti e qual è il percorso formativo per diventare una guida alpina. Prima di iniziare a leggere la guida ti consiglio di spulciare la sezione del portale dedicata a come avviare tantissime altre attività imprenditoriali, nel caso avessi la mente ancora un pò annebbiata.

 

 

Chi è la Guida Alpina

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Una Guida Alpina è una figura professionale che accompagna persone su ascensioni sia su roccia che su ghiaccio insegnando loro tecniche alpinistiche. Con questa definizione sintetica, la legge chiarisce il ruolo della guida. Per diventare Guida Alpina si deve possedere un brevetto rilasciato da un collegio. Questo brevetto certifica le competenze possedute dalla guida e di fatto impostano uno standard minimo di formazione cui la guida si è sottoposto. Il ruolo della guida alpina affonda le sue radici già nel XIX secolo quando nasceva il cosiddetto Alpinismo Romantico. Da allora sono stati fatti passi avanti notevoli nella formazione e preparazione a cui si devono sottoporre le Guide Alpine. Dal 1850 quando fu fondata la Società delle Guide Alpine di Courmayeur, dal 1894 quando Francesco Lacedelli divenne la prima guida di Cortina d’Ampezzo ad oggi si sono succedute generazioni di guide alpine e la legge ha stabilito non solo la sua effettiva esistenza ma ne ha decretato l’esclusiva sulle attività di accompagnamento in montagna.

 

Requisiti normativi

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La legge 6/1989 indica che le Guide Alpine hanno la piena esclusività nell’accompagnamento a pagamento di persone in ascensione su roccia, neve e ghiaccio, sci alpinismo ecc. Fanno parte di questa lista anche attività meno conosciute come il freeride, ciaspolate, canyoning e le vie ferrate. Val la pena sottolineare che l’esclusività si limita all’accompagnamento a pagamento. Infatti il CAI (Club Alpino Italiano) organizza uscite di gruppo dove i propri soci volontari che hanno partecipato a corsi propedeutici accompagnano persone in ambiente montano con caratteristiche simili a ciò che avverrebbe con una guida alpina ma lo fanno in forma gratuita.

Per avere il brevetto di Guida Alpina si deve sostenere un corso che prevede 95 giorni di formazione, inclusi esami. Il corso è distribuito in un anno e mezzo e quindi prevede un’elevata concentrazione delle attività che richiede forte motivazione e preparazione atletica. Il corso viene generalmente organizzato ogni 2 anni e si deve contattare uno dei 14 collegi delle guide alpine presenti in Italia. Frequentare questo corso, al lordo di tutte le spese per materiali e trasferte, ha un costo complessivo di circa 20.000 Euro.

In alcune regioni esiste la figura dell’Accompagnatore di Media Montagna che è una figura formata e specializzata nell’escursionismo. Pur frequentando corsi ed esami, gli accompagnatori hanno un raggio d’azione ridotto rispetto alle Guide Alpine e concentrano la propria azione di accompagnamento ad ambienti escursionistici (anche difficili e da non sottovalutare) che tuttavia non richiedono l’utilizzo di pratiche alpinistiche (tra cui sicuramente spicca l’arrampicata).

 

 

Requisiti professionali

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Esistono i requisiti formali ma altrettanto importanti sono i requisiti professionali necessari per essere una buona Guida Alpina. Serve una forte e profonda esperienza di tutte quelle attività tipicamente alpinistiche servono (o possono anche saltuariamente servire in ambiente montano): parliamo di alpinismo su roccia, su ghiaccio e su misto, scialpinismo, cascate di ghiaccio, manovre di soccorso, arrampicata, ecc. E’ importante aver esperienza sul campo e quindi aver maturato un proprio curriculum alpinistico che consenta di gestire situazioni potenzialmente complicate in ambienti sconosciuti dove si accompagnano persone inevitabilmente meno esperte.

Essere una Guida Alpina richiede una forte determinazione e predisposizione a gestire situazioni estreme mantenendo la calma. La passione per la montagna non deve far illudere tutti di poter diventare Guide Alpine. Grandi alpinisti si sono rivelate persone solitarie e poco incline ad aiutare eventuali compagni poco esperti. Serve un approccio formativo e cameratesco a diventare un professionista che fa dell’accompagnamento di altri in montagna il proprio lavoro. In ultima istanza serve un approccio imprenditoriale al lavoro in genere e ingegnarsi per trovare i clienti da accompagnare, intrattenere relazioni lavorative con tour operator, albergatori, saper utilizzare i nuovi strumenti di marketing e promozione inclusi quelli web. Serve curare il proprio personal branding e mostrare al pubblico le proprie esperienze e quelle dei propri clienti.

 

Guide Alpine indipendenti e Società di Guide Alpine

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Chi oggi possiede il brevetto di Guida Alpina si trova a dover fare una prima scelta professionale: unirsi a una Società di Guide Alpine o procedere in autonomia. Un primo discriminante per questa scelte è la disponibilità di tempo che si dedicherà a questa professione nonché alla flessibilità. Chi desidera essere una guida part-time potrà unirsi a una Società di Guide che unisce diversa figure professionali e organizza il lavoro man mano che arrivano richieste dai clienti.

Esistono società che sono radicate nell’immaginario montano come figure quasi mitologiche: le Guide di Courmayeur, di Grassoney, di Macugnaga, di Cortina e così via. Gruppi di Guide Alpine che hanno fatto la storia dell’alpinismo e dell’accompagnamento in montagna. A fianco di questi “mostri sacri” della montagna esistono Società di Guide recenti che si sono sviluppate in aree storicamente meno battute: ad esempio in Appennino o nelle Alpi Apuane. Per chi decidesse di mettersi in proprio, oltre gli evidenti adempimenti tipici di un’apertura attività professionale (apertura, partita iva, tenuta conti ecc), si dovrà tenere in considerazione lo sforzo di promozione e marketing che poggerà completamente sulle proprie spalle senza poter contare su un’organizzazione di cui si fa parte. A ognuno il suo modo di interpretare la professione mettendo tuttavia la sicurezza sempre al primo posto.

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