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Quanto e come guadagna un food blogger?

 

Quanto e come guadagna un food blogger? Ecco una guida che ti spiega come monetizza un blog a tema cibo e bevande e quanto può guadagnare il food blogger.

 

 

L’utilizzo di internet ha consentito l’ascesa di moltissimi nuovi lavori. Tra questi ricordiamo quello del blogger, un professionista che attraverso un sito web, o meglio un blog, condivide con i suoi lettori informazioni, guide e tutto quello su cui intende esprimersi.

 

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Il food blog è uno di quei settori maggiormente gettonati: complici i social media e la tendenza a condividere scatti di quello che si mangia, il cibo rappresenta un argomento sul quale c’è tanto da scrivere e che può pertanto rappresentare un valido strumento di guadagno quando si scrive.

Diventare food blogger è sogno di molti: ma davvero è possibile arricchirsi scrivendo di cibo e beveraggio? Lo scopriamo insieme qui di seguito con l'aiuto di Marco Ilardi food blogger con grande esperienza, per capire se davvero vale la pena trasformare l’amore per la scrittura in una vera e propria professione, e per svelare quali sono i reali strumenti di guadagno di un blogger, in particolare se opera nel settore del food&beverage.

 

 

Food blogger chi è e come svolge la sua attività

Per addentrarsi nel discorso vivo del come e del quanto guadagna un food blogger è opportuno inquadrare il suo ruolo. Diciamo che in linea di massima tali professionisti lavorano nell’ambito del digital marketing, ma in realtà va ben oltre: non solo il blogger che scrive di cibo deve ambire ad avere un ampio seguito (ad esempio sui social, oltre che sul blog), ma deve anche saper accattivare i lettori, influenzare le loro opinioni, e indurli a determinati consumi.

Programmando la pubblicazione sul sito, il food blogger informa il lettore di nuove diete, racconta di nuove ricette, consiglia posti dove andare a mangiare, anche se si è intolleranti. Pertanto ci vuole molta informazione, oltre ad una naturale propensione alla scrittura e amore per il buon cibo.

Questo settore, in forte sviluppo negli ultimi anni anche grazie ai professionisti con la P maiuscola che si sono distinti, viene ulteriormente rafforzato da blogger che riescono a crearsi una bella reputazione tra gli utenti, e che hanno una considerevole credibilità nella community.

In molti casi specifici inoltre, i food blogger iniziano delle collaborazioni con aziende e brand, e se ritengono questi ultimi meritevoli di menzione, dedicano delle recensioni o degli articoli ai prodotti che hanno provato.

 

 

Come guadagna un food blogger

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Un primo strumento di guadagno per un blog è da ricercare nella pubblicità: un professionista che scrive di cibo può inserire nel proprio blog degli annunci pubblicitari che se cliccati consentono al sito la monetizzazione; ad esempio non possiamo non citare i banner pubblicitari appartenenti a Google che sono presenti nella maggior parte dei siti.

Un secondo strumento è da ricercare invece nelle sponsorizzazioni effettuate per conto di brand ed aziende come accennavamo: il food blogger testa dei prodotti dopodiché li sponsorizza ai suoi lettori (le aziende produttrici pagano il professionista per fare pubblicità).

I più audaci sono andati ancora più oltre, e hanno tentato di crearsi una propria rendita attraverso la creazione di un proprio brand, attraverso cui mettere in vendita una linea personale o dei prodotti propri: una volta sponsorizzati i prodotti tra i propri lettori, questi ultimi avranno una propensione all’acquisto maggiore. Ciò perché il consumatore crede che acquistando quel prodotto potrà ottenere lo stesso piatto.

Non dimentichiamo che a volte le aziende, più che commissionare la sponsorizzazione di un prodotto, chiedono al blogger di realizzare guest post sul blog aziendale su temi più disparati, così da indurre i curiosi o i cultori della materia ad informarsi sulle tendenze del momento e a sperimentare ciò che l’azienda in questione ha da offrire. Ma non solo per fare branding, il sito food&wine può essere monetizzato con i guest post per un'attività di linkbuilding, ovvero quelle strategie che fanno salire quei siti che sono linkati spesso.

Allo stesso modo è possibile anche che ristoranti, pizzerie, chiedano al professionista di recensire i propri piatti dopo averli provati (un po’ come farebbe il critico gastronomico, anche se le due figure professionali non sono assolutamente da mettere a confronto).

 

 

Il food blogger da conoscitore della materia qual è, cerca di aggiornare dal suo punto di vista il lettore per fargli capire vantaggi e svantaggi di sedersi al tavolo di un determinato ristorante.

Per rendere ancora più accreditabile la sua opinione, il professionista accompagna i suoi articoli con immagini reali del piatto che ha provato; il che vuol dire avere quantomeno le basilari conoscenze della fotografia (o meglio della food-photography).

Per aumentare i clic ai suoi articoli e incrementare i guadagni, è opportuno condividere tutta l’attività di blogger sulle piattaforme social, magari servendosi della collaborazione di un content creator creativo e con esperienza che possa aiutare il sito a crescere.

Da quanto detto sino ad ora viene spontaneo effettuare una riflessione circa il fatto che per quantificare i guadagni di un blogger che scrive di cibo non ci si può basare esclusivamente sui contenuti che gli vengono commissionati dalle aziende sul suo blog. Devi considerare infatti gli incassi accessori che il food blogger può ottenere dalla sua attività.

Si pensi ad esempio al caso in cui gli venga affidata la gestione dei profili social di aziende che operano nel settore: questi take over capitano in particolare a brand che decidono di partecipare a fiere, show cooking, eventi di settore. In questo caso il blogger può essere invitato agli eventi e può ricevere la commessa da parte delle aziende di aggiornare le pagine con scatti live così come può essere invitato a creare contenuti che raccontino dell’esperienza in fiera.

Si tratta di attività che si discostano un po’ dalla classica figura di blogger, ma che ormai fanno parte integrante della stessa, anche perché al professionista viene riconosciuta una retribuzione extra per ogni contenuto che produce (e a seconda dello stesso può portare a casa notevoli guadagni).

Altra fonte di guadagno per il food blogger può essere rappresentata dall’affiliate marketing: per ogni acquisto concluso che un utente pone in essere a partire da un post dedicato ad un determinato prodotto o per ogni prenotazione effettuata dopo delle storie in cui raccontava la propria esperienza in un nuovo ristorante, il food blogger riceve una commissione.

Commissione che gli può essere fatta valere anche quando ad esempio l’azienda gli rilascia un codice sconto da poter condividere con i propri lettori.

 

 

Quanto si guadagna con un blog food&beverage

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Il guadagno del food blogger è legato a tante piccole sfaccettature. C’è chi riesce a guadagnare decine di migliaia di euro, e chi invece racimola quelle poche centinaia di euro. Non è possibile fare una vera e propria stima dei guadagni di un blogger di cibo: i suoi incassi provengono da diverse fonti, e dipendono da come viene svolto il lavoro, nonché dall’investimento del tempo e del denaro che si effettua sul proprio blog.

Sicuramente, chi decide di pone in essere le migliori strategie di marketing, dedicando la giusta attenzione al blog, può partire da un guadagno minimo di mille euro e superarne i 10 mila.

Le pcifre appena indicate sono da considerare al lordo delle tasse che il food blogger è tenuto a versare al fisco italiano. È importante infatti precisare che parliamo di una professione che può diventare altamente remunerativa, ma che comunque richiede di stare in regola con la normativa italiana: il blogger deve essere possessore di una partita Iva e pagare quindi le tasse che gli spettano in quanto libero professionista.

Ad ogni modo a fronte degli alti incassi che può raggiungere il blogger, parliamo di tasse commisurate ai guadagni. Da questo punto di vista, sempre meglio farsi seguire sul da farsi da un commercialista che possa consigliare la miglior strada percorribile per la propria posizione e le proprie esigenze.

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