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Come diventare un traduttore certificato professionista?

 

Chi ama le lingue straniere spesso decide di intraprendere l'attività di traduttore. Si tratta di una professione affascinante per certi versi, ma anche molto complessa, soprattutto per chi spera di poter fare carriera e di raggiungere quindi ruoli di un certo spessore.

 

Non è infatti sufficiente avere la passione della lingua e conoscerla bene, bisogna seguire un determinato percorso formativo e trovare, solo dopo aver maturato la giusta esperienza, una seria agenzia di traduzioni che possa sfruttare a dovere le proprie skills.

Per lavorare come traduttore certificato poi, sono necessari ulteriori requisiti: ovviamente "carta canta", certificati prestigiosi formativi ti aiutano a fare carriera, bisogna poi saper usare molto bene il computer, sviluppare competenze linguistiche elevate per effettuare traduzioni di qualità anche in testi tecnici e poi farsi un pò di pubblicità che non guasta mai.

Non ci resta quindi che scoprire qual è il percorso specifico per diventare un traduttore certificato e avviare un'attività. Abbiamo chiesto aiuto agli esperti del settore, gli amici di atistudio.it, agenzia online che offre traduzioni professionali ormai da tempo.

 

 

Cosa fare per diventare traduttore certificato

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Chi è interessato a diventare traduttore certificato deve sapere che si tratta di una professione che suscita un interesse sempre maggiore negli ultimi anni, soprattutto a causa della globalizzazione che sta investendo la nostra società.

La traduzione certificata è una traduzione che viene redatta per un qualunque motivo ufficiale (può essere usata in una causa legale previa asseverazione, per un’assunzione estera e così via) e che viene resa tale solo dopo averla asseverata.

In Italia non esiste un albo per i traduttori, così come non esistono degli enti abilitanti ad una precisa micro categoria dei vari settori che occupa il settore delle traduzioni.

Chi vuole quindi esercitare questa complessa professione deve sapere che una traduzione certificata va timbrata e firmata da un traduttore specialista. Il documento va poi accompagnato da un Certificato di Accuratezza, in inglese Certificate of Translation Accuracy (abbreviato CTA), rilasciato direttamente dal translation service provider o dal traduttore fornitore del servizio.

Tale certificato, che si compila nella lingua di arrivo, è la dimostrazione che la traduzione sia stata effettuata con cura, e attesta l’autenticità della traduzione, nonché la qualifica del traduttore stesso (se iscritto all’albo CTU o presso altro ente professionista) e la sua competenza linguistica.

La traduzione certificata viene redatta in carta intestata, proprio perché deve fornire e dare traccia delle informazioni di contatto del professionista che ha eseguito il lavoro di traduzione.

La traduzione certificata non è giurata in tribunale e non ha valore legale, per questo motivo non richiede l’apposizione di marche da bollo.

 

 

Le competenze e la formazione per diventare un traduttore certificato

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Esistono numerosi modi per imparare una lingua straniera, ma lo studio accademico è lo strumento più completo per prepararsi al mondo del lavoro. Dopo il liceo (meglio liceo linguistico), bisogna pertanto iscriversi al corso di studi in lingue, e conseguire poi una specialistica in mediazione linguistica e culturale o in interpretariato. In questo modo si gettano le prime basi per una preparazione adeguata al mondo del lavoro.

La laurea è tuttavia solo un primo passo. Dopo aver conseguito il titolo di studio bisogna entrare nel mondo del lavoro, e non si può senza conoscere il funzionamento di alcuni strumenti utili a tradurre. L’aspirante traduttore deve sapere usare un linguaggio tecnico e specifico per i diversi settori in cui, anche i traduttori, devono lavorare.

Nel caso specifico del traduttore certificato, per farsi un nome nel settore, è necessario scegliere il campo in cui operare, mettendo in pratica l’esperienza e il grado di conoscenza della lingua straniera sviluppato nel corso degli anni.

Un traduttore di tal genere deve sapere fornire dei servizi di traduzione impeccabili e che rispecchino, nel migliore dei modi, la lingua ed il retaggio culturale a cui ci si sta avvicinando. Dopo aver acquisito un titolo di studio, può scegliere fra le differenti tipologie di percorsi esistenti nel campo della traduzione.

 

Albi, CTU,appartenenza ad associazioni di categoria

Per i traduttori certificati oggi in Italia ancora non esiste un albo in cui iscriversi. Per questo motivo chi vuole operare nel campo delle traduzioni certificate e giurate ha come opzione quella di iscriversi come Consulenti Tecnici di Ufficio presso il tribunale della loro città. Questa iscrizione però non influisce sul valore legale conferito alle traduzioni, né da loro maggiore autorità rispetto agli altri colleghi. In alternativa, ci si può iscrivere al Ruolo dei periti ed esperti linguistici della Camera di Commercio (CCIAA) della propria città per fornire servizi di traduzione nellle proprie lingue di competenza.

Inoltre precisiamo che per un traduttore professionista in Italia non vige l’obbligo di iscriversi presso alcuna associazione. Per quanto sul territorio nazionale ci siano associazioni di interpreti e traduttori a cui ci si può iscrivere per beneficiare di non pochi  vantaggi (quali l’appartenenza a una categoria di professionisti con maggiore visibilità sul mercato e ottenere alcuni attestati di qualità) non per forza bisogna associarsi per l’esercizio della propria professione.

 

 

Diventare traduttore: quali le mansioni

Chi vuol fare il traduttore professionista deve avere conoscenza approfondita di una o più lingue straniere, e deve sapere usare un lessico tecnico, appartenente a specifici ambiti.

Per quanto difficile e complesso il percorso, esercitare questa professione offre molte soddisfazioni. Le mansioni sarebbero molteplici. Si va dalla trascrizione di testi dalla lingua originale alla lingua di destinazione, alla trasposizione di documentazioni e certificati, cercando di restare fedeli al contenuto, ma anche alla forma e allo stile del testo originale.

 

Lavorare come freelance

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Non possiamo certo nascondere che l’aspirante traduttore preferisca candidarsi come dipendente nelle agenzie di traduzioni per avere maggiore possibilità di operare nel settore. I più temerari però tendono a crearsi una propria cerchia di clienti esercitando la professione come freelance. Si tratta di un'interessante opportunità che può far crescere sia personalmente che economicamente il traduttore.

Quest’ultimo, maturando esperienza come libero professionista, avrà numerose occasioni di allargare i propri orizzonti magari cimentandosi anche in traduzione di articoli di testate giornalistiche, oppure traduzioni audiovisive o traduzioni letterarie. Il che dimostra come la professione di traduttore sia molto più interessante di quanto si possa pensare: basterà acquisire la giusta esperienza e saper dimostrare la conoscenza della lingua nella pratica.

Qual è quindi il percorso da seguire? Cerchiamo di chiarire tutti i punti salienti circa il percorso migliore da intraprendere per affermarsi nel settore.

Come prima cosa devi conseguire una laurea che possa accertare le tue conoscenze su una o più lingue straniere. In secondo luogo devi fare la gavetta: svolgi tirocini, ancora meglio se all’estero, così da avere una referenza in più sulla conoscenza della lingua. A questo punto ti puoi specializzare nel settore delle traduzioni certificate.

Dovrai altresì avere abilità nell’uso di strumenti informatici necessari per gestire più rapidamente e più approfonditamente il lavoro di traduzione. A tal proposito sappi che esistono numerosi software a cui potersi affidare per redigere le tradizioni, controllarne la qualità e fare ricerche specifiche per contestualizzare, nel migliore dei modi, la traduzione da realizzare.

Tutti questi, sono degli spetti importanti che hanno lo scopo non solo di rendere la propria figura ancor più professionale agli occhi dei clienti, ma anche di permettere all’aspirante traduttore di inserirsi nel settore con maestria e dignità.

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