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Come diventare animatore turistico fino a capo animatore

 

Come diventare animatore turistico fino a capo animatore, requisiti essenziali, percorso formativo e conoscenze specifiche, competenze, stipendi e guadagni.

 

 

All’interno dei villaggi vacanza, durante le feste, alle cerimonie, si vede spesso un gruppetto di giovani simpatici in divisa il cui compito è far divertire i più piccoli (e non solo). Parliamo degli animatori.

Nel nostro caso specifico vogliamo analizzare la figura dell'animatore turistico, ovvero di colui che intrattiene ospiti di camping, villaggi turistici, crociere, e che propone le più disparate attività ricreative.

Di solito operano in team in grandi resort sparsi nelle migliori località turistiche come ad esempio in Puglia o nei migliori villaggi della Sardegna, proprio perché la mole di intrattenuti è talmente alta da dover gestire le attività con maggiore organizzazione. Non a caso si tratta di una figura molto ricercata e alla quale si può accedere solo se in possesso di determinati requisiti.

Andiamo ad analizzare l’iter che un qualunque soggetto deve seguire per diventare animatore turistico e cosa bisogna fare per diventare capo animatore, cercando di capire anche quelle che sono le differenze tra l’una e l’altra figura.

 

 

Conoscenze specifiche per diventare un animatore turistico

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Di solito la figura dell’animatore turistico è maggiormente richiesta presso i villaggi o comunque nelle zone vacanza. Il suo compito è svolgere attività ludiche, organizzate spettacoli, tornei sportivi e qualunque altra cosa attiri l’attenzione degli ospiti della struttura.

Proprio in virtù di quanto, ogni animatore deve possedere delle specifiche conoscenze ideali per il corretto e piacevole svolgimento delle attività.

All’interno del gruppo di animazione (perché come già detto si lavora per la maggiore in team), ognuno ha un ruolo ben preciso, in quanto magari specializzato in una determinata attività.

Tuttavia all’occorrenza uno deve saper sostituire l’altro e garantire il corretto svolgimento delle attività (anche se in modo sommario) di animazioni proposte nel programma. Anche per questo ogni figura deve poter vantare due tipologie di “specializzazioni”: l’intrattenimento e l’istruzione sportiva.

 

L’età degli animatori turistici

Atteso che, non vi è un limite tassativo da rispettare per entrare a far parte di un team di animatori turistici (si può essere idonei tanto a 18 tanto a 40 anni), di solito sono ruoli ricoperti da un range anagrafico di giovani che va dai 18 ai 30 anni. Tale regola vale solo per gli animatori, in quanto il capo animatore può essere invece molto più grande. Ma di questo ne parliamo più avanti.

 

 

Quali competenze deve avere un animatore turistico?

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Da quanto detto sino ad ora non è complicato dedurre le competenze che ogni animatore deve possedere per poter soddisfare le richieste delle strutture ingaggianti, e di conseguenza le richieste dei clienti. In primis comunque ci vuole versatilità. È necessario saper spaziare dai giochi allo sport, dalla cultura alla musica, dallo spettacolo alle attività ludiche per bambini.

Non da meno è la propria capacità di adattamento, mista a spirito di collaborazione e resistenza alle tensioni e allo stress. La pazienza, virtù dei forti, non deve mai mancare negli animatori in quanto si lavora a stretto contatto con tante persone. Il che vuol dire anche avere molto autocontrollo, e grandi capacità organizzative.

Le doti comunicative sono altri valori aggiunti che rendono un animatore turistico professionale e di qualità. È necessario avere anche un po’ di empatia, saper cioè entrare a contatto con gli altri, usando sensibilità e sintonia.

Dal punto di vista caratteriale, sono requisiti aggiunti l’allegria, il buonumore la creatività, l’entusiasmo e la fantasia, nonché la capacità di adattarsi agli altri.

 

Iter formativo per avviare attività di animatore turistico

Contrariamente a quanto si pensi (molti denigrano infatti questa mansione lavorativa), ogni anno si contano oltre 10 mila giovani a lavorare come animatori turistici. Questo non vuol dire che si studia o ci si specializzato nel settore, ma sicuramente da un punto di vista culturale e formativo bisogna possedere un bagaglio personale tale da poter mostrare quanto si vale nell’esercizio delle proprie attività ludiche.

Non a caso, per accedere a questa professione, bisogna aver conseguito almeno un diploma di scuola media superiore. Requisito preferenziale, che dà un plus ulteriore è quello di aver maturato qualche esperienza nel mondo dello spettacolo, della moda, della musica o dello sport (si è facilitati se abilità e competenze sono comprovate da brevetti e attestati).

Il proprio curriculum vitae deve essere insomma di tanto rispetto. Dopodiché ci si può candidare presso i tour operator che ingaggiano tali figure, o in alternativa ci si può proporre presso le agenzie di animazione che per conto di tour operator, albergatori ed altri operatori turistici, gestiscono le attività di animazione.

Dopo aver fatto la candidatura, si viene sottoposti a colloqui e a prove di valutazione per capire realmente fino a che punto il ruolo a cui si ambisce si plasma su misura per quella determinata persona e personalità. Nel caso ci sia un esito positivo, la persona selezionata dovrà seguire un breve corso di formazione al termine del quale, se ritenuti idonei, si viene destinati ai vari villaggi.

 

 

Chi è e cosa fa un capo animatore

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Chi lo dice che un animatore non può fare carriera? L’esperienza e la gavetta possono portare chiunque a diventare capo animatore. Quest’ultimo ha immagazzinato un bagaglio d’esperienza fatto di organizzazione e leadership, che gli permette di gestire dall’altro gli altri componenti del team. A fare ulteriormente la differenza tra le due figure è anche lo stipendio.

Il capo animatore stila un programma di attività che va seguito da tutti coloro che lavorano nel gruppo di animazione. Assegna ad ognuno degli animatori turistici le mansioni del proprio campo di specializzazione in modo tale che nelle diverse fasce orarie i turisti potranno sempre essere interessati da attività di intrattenimento senza annoiarsi mai.

È al capo animatore che si fa riferimento per avere ogni informazione in merito alle attività della giornata, che si fa eventualmente un reclamo in caso di scorrettezza da parte degli animatori, a cui si chiedono notizie e con il quale si scambiano opinioni.

 

Animatore turistico e capo animatore, lo stipendio

Per quanto lo stipendio non sia molto alto, sicuramente la differenza fra un animatore turistico e un capo animatore esiste.

La paga cambia in base all’esperienza acquista negli anni, in base alle skills e alla capacità di fare la differenza all’interno del gruppo. Ad ogni modo se lo stipendio medio dell’animatore turistico oscilla tra i 700 e  1500 euro (con vitto e alloggio incluso), quello del capo animatore oscilla tra gli 850 euro e i 2000 euro.

Ambedue prestano lavoro nello stesso ruolo, e ad onore del vero spesso anche il capo animatore si schiera in prima linea alla stregua del suo team per contribuire al lavoro di intrattenimento all’interno della struttura che li ha ingaggiati (di solito si tratta di strutture di medie dimensioni, in quanto le piccole cercano sempre di gestire il tutto inter nos).

Rispetto agli animatori, che hanno un orario di lavoro prefissato (si va su turni di solito), il capo animatore lavora tutta la giornata, ha orari estesi e si tiene a disposizione per gli ospiti anche per una chiacchierata (diventa in un certo senso un punto di contatto organizzativo che ha tutti i requisiti per fornire informazioni o più semplicemente scambiare opinioni).

Gli animatori insieme al capo animatore sono sempre presenti anche a cena, per gestire gli intervalli tra una portata e l’altra nonché per gestire l’intrattenimento post cena.

A fine orario di lavoro, sono liberi di fare quello che ritengono opportuno, il tutto rimanendo sempre pronto e preparato per il giorno successivo e per le attività che gli sono state affidate nei giorni seguenti.

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