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Come aprire uno studio di design e arredamento d’interni

 

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Prima di descrivervi come avviare uno studio di design e arredamento d’interni, approfondiamo le competenze ed i requisiti scoprendo più da vicino chi è e cosa fa l’arredatore d’interni. Ricordiamo che per leggere consigli su come avviare molteplici attività vi rimandiamo a questa pagina.

Si occupa del cosiddetto Interior Design, ovvero della progettazione e dell’arredamento degli ambienti interni di un immobile (abitazione, ufficio, studio, residence, spazi commerciali, edifici pubblici, ecc.) in base alle richieste del committente.

Il suo ruolo è quello di trovare le soluzioni d’ambientazione ideali sia in termini di disposizione degli elementi di arredo sia nella scelta di materiali, colori ed illuminazione più consoni alle caratteristiche dell’ambiente. Rientra nella progettazione anche la ristrutturazione completa degli spazi esterni ed interni fino all’ideazione di singoli elementi (oggetti, accessori).

Va da sé che il livello di creatività ed il senso estetico dell’arredatore d’interni si avvicina molto all’arte; la sua non si può considerare un’attività di tipo esclusivamente tecnico ma spazia tra arte, design, moda ed anche un’estrema voglia di comunicare al mondo le proprie idee creative. A questo deve aggiungersi la particolare capacità di cogliere il gusto personale del cliente ed un’estrema comunicatività.

Tecnicamente, deve avere doti spiccate nel disegno ed una perfetta padronanza dei programmi CAD.

 

 

Il percorso formativo dell’arredatore d’interni

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Il senso artistico, oltre alla preparazione tecnica, è alla base di questa professione.

Chiunque si chieda come aprire uno studio di design e arredamento d’interni senza avere passione e propensione per l’estetica, per l’arte ed il gusto del bello fa - come si dice - i conti senza l’oste.

Il percorso formativo ideale consiste, innanzitutto, nello scegliere come scuola secondaria il liceo artistico o, ancor meglio, l’Accademia di Belle Arti per, poi, proseguire gli studi universitari scegliendo la facoltà di architettura (seguendo il corso di architetto o designer d’interni) oppure, in alternativa, disegno industriale o ingegneria.

Lo step successivo è la frequentazione dei Master di Interior Design.

Un buon percorso formativo viene offerto, in alternativa all’università, da scuole private come lo IAAD o lo IED con sedi in tutta Italia, oppure da corsi attivi presso istituti specialistici come l’Accademia Telematica Europea, gli istituti Callegari, l’Istituto Europeo di Design, l’Istituto Marangoni.

La laurea non è obbligatoria ma è consigliabile seguire corsi di specializzazione oppure ottenere un certificato in home staging o design d’interni per avere più credibilità e preparazione in campo lavorativo.

 

 

Gavetta e Partita IVA

Dopo la formazione accademica, è importante lo stage che dà la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro, di acquisire le conoscenze utili per iniziare col piede giusto l’attività lavorativa.

L’esperienza presso negozi di design o studi di progettazione è fondamentale: serve a passare dalla teoria alla pratica ed a creare un proprio portfolio (la raccolta dei migliori lavori da sottoporre ai futuri clienti per dimostrare le proprie capacità professionali).

E’ tanto importante quanto inevitabile, come in altri campi, lavorare in affiancamento a professionisti esperti del settore (architetti, geometri) per concretizzare le varie fasi di realizzazione di un progetto.

La gavetta vi permetterà di acquisire abbastanza esperienza da sentirvi pronti ad offrire la vostra consulenza e proporre i vostri lavori a siti web specializzati nel settore per farvi conoscere nell’ambiente.

Come aprire uno studio di design e arredamento d’interni, dopo aver completato il giusto percorso formativo ed aver acquisito la necessaria esperienza?

Dovrete aprire la Partita IVA ed iscrivervi alla gestione separata (un fondo pensionistico finanziato con contributi previdenziali obbligatori) per iniziare la vostra libera professione presso showroom, studi di architettura, agenzie immobiliari e simili.

Potreste avere abbastanza talento per arredare qualsiasi tipo di spazio oppure scegliere un target di mercato ben preciso (abitazioni, ville, uffici, edifici storici, ecc.).

E’ possibile avviare l’attività avvalendosi anche di finanziamenti a fondo perduto, sovvenzioni che danno modo di utilizzare software specifici e strumenti di alta qualità.

La professione di arredatore d’interni richiede un continuo aggiornamento ed un’ottima conoscenza del mercato di riferimento (nazionale ed estero) per sapere come muoversi in questo settore e per seguire costantemente le novità.

 

Come aprire uno studio di design e arredamento d’interni: consigli utili

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Oltre al gusto del bello ed alle specifiche conoscenze tecniche, l’arredatore d’interni deve avere una certa dimestichezza con il computer e specifici software come Autocad 2D e 3D, Adobe Photoshop, Flash, Illustrator e simili.

E’ fondamentale possedere anche una buona conoscenza della lingua inglese, saper usare e gestire le nuove tecnologie web e saper montare video.

Intraprendere l’attività di arredatore d’interni richiede particolare attenzione, puntualità e tempistica.

Una volta stabilito il progetto da realizzare, andranno definiti i permessi e le licenze da richiedere, dovrete organizzare l’eventuale gara d’appalto, determinare i costi da affrontare.

Dovrete attenervi a precisi obblighi, seguire determinate direttive, rispettare scadenze e tempistiche per evitare rallentamenti ed eventuali problemi.

In caso di difficoltà o dubbi, è possibile rivolgersi all’Associazione Italiana Progettisti di interni presente in tutta Italia per ricevere informazioni in merito alla formazione professionale, agli istituti che offrono corsi di Interior Design e qualsiasi tipo di consiglio per avviare e gestire al meglio l’attività di arredatore d’interni.

 

L'importanza di essere online

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Internet ha rivoluzionato il modo di proporsi ai clienti. Se prima i potenziali clienti appartenevano al tuo circondario, adesso tutti hanno la possibilità di proporre i propri servizi anche in posti lontani, addirittura anche all'estero, l'importante è avere un sito multilingua, in italiano e inglese. L'importanza di avere un sito vetrina della propria attività è sotto gli occhi di tutti ed è per questo motivo che è fondamentale rivolgersi a personale specializzato per la sua realizzazione (ecco un portale esempio Facehome.it). Solitamente i webmaster ed i SEO, ovvero chi si occupa di realizzare i siti e di indicizzarli utilizzano varie tecniche, dal'utilizzo di codice HTML puro all'utilizzo di CMS pronti come Joomla, Wordpress o Drupal. Il più utilizzato è sicuramente WP specialmente per la facilità di gestione. I prezzi sono variabili e vanno da un minimo di 1000€ per un sito vetrina di poche pagine a molte migliaia di euro per portali con tantissime pagine e completi sotto tutti i punti di vista, compreso il duro lavoro di indicizzazione su Google grazie a metodologie onpage e offpage. Ma ricordiamo un investimento online ragionato porterà sicuramente buoni frutti.

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