Bonifico parlante
Nel mondo bancario e dei correntisti da qualche anno è spuntata una figura nuova ma fondamentale, quella del ‘bonifico parlante’, unico strumento a disposizione di tutti coloro che vogliono ottenere le detrazioni fiscali, confermate anche per il 2016, relative alle ristrutturazioni degli appartamenti e delle case ma anche all’acquisto di mobili nuovi e che sono pari al 50% sull’Irpef mentre per chi investa nel risparmio energetico salgono al 65%.
Come funziona il bonifico parlante
Requisito essenziale per tutti quelli che vogliono ottenere la detrazione è poter dimostrare di avere effettuato il pagamento con il bonifico parlante che è diverso da quello normale in molti punti. Infatti devono essere obbligatoriamente evidenziate tutte le voci necessarie a dimostrare di avere effettuato i lavori che godono dello sgravio fiscale. Per farlo sarà sufficiente compilare il modulo specifico che ogni istituto bancario ha in dotazione: nella causale il cliente dovrà indicare gli estremi della fattura che fa riferimento ai lavori, emessa direttamente dalla ditta o dal professionista che li ha realizzati. Inoltre il cliente dovrà specificare che il pagamento viene disposto ai sensi di cui all’articolo 16 del d.p.r. 917/1986, ossia quello che regolamenta le detrazioni fiscali. Infine sul modulo dovranno essere trascritti tutti gli estremi compreso il codice fiscale di chi effettua il pagamento e che è anche l’intestatario delle fatture relative.
Se i lavori sono stati effettuati in immobili di comproprietà, andranno indicati gli estremi di tutti i soggetti interessati e non soltanto quello di chi materialmente esegue il bonifico, in modo che tutti possano godere dell’agevolazione fiscale. E se i lavori riguardano un condominio, bisognerà riportare il codice fiscale del condominio e del suo amministratore.
Come funziona l’agevolazione e a chi tocca
La detrazione partirà dalla data indicata sul bonifico e non da quella della fattura relativa e verrà suddivisa in dieci parti equivalenti e se l’immobile è cointestato verrà divisa tra i due intestatari e non raddoppiata. Tutto questo però a patto che sul ‘bonifico parlante’ siano riportati correttamente tutti i dati, perché altrimenti l’agevolazione non verrà concessa a meno che il diretto interessato non faccia un nuovo bonifico, questa volta corretto.
Ed è bene ricordare che se le spese dei lavori sono pagate da una finanziaria per conto dell’acquirente, la detrazione sarà concessa soltanto a condizione che questa effettui il pagamento al prestatore d’opera con un bonifico nel quale risulti il nome e il codice fiscale dell’acquirente, che comunque dovrà ricevere una copia della ricevuta del bonifico.