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Rimborso fatturazione a 28 giorni, la guida

 

Come ottenere il rimborso relativo alla fatturazione a 28 giorni utilizzata "furbamente" dalle compagnie telefoniche per aumentare i guadagni. A chi spettail rimborso? a chi rivolgersi per far valere i propri diritti? Ecco una guida completa per aiutare chi è stato vessato da questo ingiusto sistema.

 

 

L’Associazione Sos Consumatori che si occupa da anni della difesa dei consumatori, in questo articolo, oltre a darci delle delucidazioni sulla fatturazione a 28 giorni, ci spiega anche come fare ad ottenere in modo Gratuito il rimborso da parte delle compagnie telefoniche che hanno usato questo metodo per andare ad incassare una fattura in più dagli utenti ignari.

 

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Il rimborso può variare dai 50 o 100 euro per il consumatore, ma per le società può essere molto più alto, infatti lo stesso si basa sul recupero di una fattura in più pagata.

La fatturazione a 28 giorni è un metodo molto geniale che hanno escogitato le compagnie telefoniche inviando le bollette ogni 4 settimane anziché ogni mese per guadagnare una ulteriore fattura, rispetto alle normali 12 fatture che percepivano ogni anno.

Tale metodo è stato escogitato soprattutto dalle compagnie di telefonia fissa e da Sky permettendo a queste ultime nel 2017 e 2018, a scapito dei consumatori, di guadagnare circa 12 Miliardi di euro. La fatturazione a 28 giorni risale al 2015.

 

 

Storia del sistema di fatturazione a 28 giorni

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La prima compagnia che ha cominciato ad addebitare in fattura una mensilità in più e ha obbligato i consumatori a tredici mensilità all’anno invece di dodici è stata la Wind oggi WindTre.

Sulla scia dell’impunità della compagnia Wind, ancheTim, Sky, Vodafone e Fastweb hanno rimodulato il metodo di fatturazione passandola da mensile a 28 giorni a scapito dei consumatori.

Grazie all’intervento di varie associazioni di tutela dei consumatori che hanno chiesto un intervento legislativotale metodo di fatturazione è stato bloccato, infatti la  legge 172/2017 entrata in vigore ad aprile 2018 ha previsto in sostanza lo stop alla fatturazione a 28 giorni per la telefonia, le pay tv, e Internet e il rimborso di quanto indebitamente percepito dalle compagnie telefoniche, la norma prevedeva che gli operatori tornassero alla fatturazione mensile per i servizi di telefonia fissa inoltre con la delibera AGCOM n.269/18/CONS, le compagnie sono state costrette a rimborsare i giorni erosi a tutti i clienti.

Il rimborso è calcolato dal23/6/2017- 31/3/2018, quindi non 1 anno intero ma 282 giorni circa 10 fatture.

 

 

Anche l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha sanzionato le compagnie telefoniche Tim, Wind Tre, Vodafone, Fastweb e Sky, per non aver rispettato le prescrizioni in materia di chiarezza, trasparenza e completezza delle informative rese agli utenti sottolineando l'esigenza di chiarire da parte delle compagnie telefoniche l’aumento della fatturazione dando inoltre la possibilità al consumatore di recedere senza penali dal contratto.

In realtà all’epoca il diritto a passare ad altro operatore senza penali serviva a ben poco visto che tutte le compagnie telefoniche avevano cambiato il metodo di fatturazione da 30 giorni a 28 giorni. A dicembre del 2017, Agcom accoglie le richieste delle associazioni dei consumatori e sanziona per 1,16 milioni di euro Tim, Vodafone, Wind-Tre e Fastweb per non aver rispettato le modalità di comunicazione nel rinnovo delle offerte.

Nel 2018, gli operatori dopo aver abolito la fatturazione a 28 giorni, ma mai rimborsato tutti gli utenti, riprovano ad aumentare unilateralmente le tariffe di telefonia fissa dell’8,6% tale da lasciare il costo annuale invariato, nonostante il ritorno alle dodici mensilità.

Nuovamente le associazioni dei consumatori segnalano la questione all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato che provvede ad avvisare la Guardia di Finanza che perquisisce le sedi delle compagnie telefoniche.

Nel luglio del 2019, dopo una lunghissima battaglia legale tra Agcom, Tar Lazio e Consiglio di Stato viene pubblicata la sentenza definitiva del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso di Wind-Tre, Vodafone, Tim e Fastweb intimando alle compagnie di rimborsare i giorni erosi con le tariffe a 28 giorni.

Ad oggi il Tribunale amministrativo regionale ha sospeso le maxi sanzioni da 228 milioni di euro imposte dall'Antitrust.Per i consumatori però permane il diritto a ricevere il rimborso di una mensilità per una somma di circa 50 euro.

 

 

Ma il rimborso della fatturazione a 28 giorni a chi spetta?

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Il rimborso per la fatturazione a 28 giorni spetta a tutti gli utenti  a tutte le società che hanno avuto un‘utenza di telefonia fissa tra Giugno 2017 e Aprile 2018, se infatti in un primo momento l’Autorità Garante aveva ordinato alle compagnie telefoniche di rimborsare tutti gli utenti automaticamente in fattura, lasciando un vuoto legislativo riguardo gli utenti che avevano deciso di passare in quel periodo ad altro operatore,oggi una recentissima sentenza del Tribunale di Milano ha sancito che tutti gli utenti di telefonia Tim e Wind fissa dal 23 Giugno 2017 – 5 Aprile 2018 devono avere la restituzione della tredicesima fattura.

 

 

Come richiedere il rimborso per la fatturazione 28 giorni?

Se sei un cliente TIM che ha sottoscritto un contratto di linea fissa prima del 31 marzo 2018 hai di sicuro diritto al rimborso. Se non sei più cliente Tim, ma la sei stato da marzo a giugno 2017 hai diritto ad ottenere il rimborso.

La compagnia telefonica come previsto dalla legge dovrebbe erogare il rimborso automaticamente direttamente in bolletta e il consumatore non dovrebbefarne richiesta.

In realtà le compagnie telefoniche non rimborsano automaticamente i clienti e Disservizio Telefonico parte integrante di Sos Consumatori, sta intervenendo attivamente per richiedere da parte dell’utente il rimborso dovuto.

Il servizio offerto è Totalmente Gratuito e l’accredito del compenso relativo ai giorni erosi, consistente in una cifra variabile in base all’offerta sottoscritta (compresa, di solito è tra i 50 euro e i 100 euro); tale somma verrà accreditata sul conto corrente bancario del consumatore o tramite assegno circolare.

Sono anni che Disservizio Telefonico combatte al fianco dei consumatori, questa battaglia e sono riusciti a far recuperare a migliaia di utenti la somma erosa ingiustamente dalle compagnie telefoniche. L'ente si occupa da oltre dieci anni ed in tutto il territorio nazionale, di tutti i tipi di problematiche riguardanti la telefonia fissa, la telefonia mobile e la pay tv.

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