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Come avviare una clinica privata

 

Avere a che fare con il settore sanitario è una mossa ambivalente, che per quanto difficoltosa e intricata, appare anche molto remunerativa. Di solito, la maggior parte delle cliniche private che vengono avviate, se inserite in un contesto pubblicistico adeguato, riescono ad essere vantaggiose sia sul piano dei guadagni che su quello dei servizi offerti ai pazienti.

 

Per questa serie di motivi si decide di avviare una clinica privata, magari facendosi coadiuvare dal servizio sanitario nazionale. Questo non solo per garantire una sorta di risparmio di spesa per l’amministrazione pubblica, ma anche per permettere ai potenziali clienti di avere facoltà di scelta tra le varie tipologie di erogazione delle prestazioni.

 

 

Quali sono i percorsi da seguire

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Partiamo dall’assunto che una clinica privata per funzionare bene e avere la sua entrata economica si orienta sempre all’Accreditamento. Tuttavia per ottenere le sovvenzioni pubblicistiche bisogna seguire uno specifico iter.

Il che vuol dire rispettare la normativa vigente: stante agli articoli 41 e 43 della Costituzione bisogna trattare il soggetto pubblico e privato in egual modo, permettendo così di esperire una collaborazione tra i due soggetti. Sulla scorta di quanto, un soggetto privato che lavora con il Sistema Sanitario Nazionale avrà dei diritti e degli obblighi da rispettare affinché gli venga assicurato un buon livello di prestazioni alla clientela. Il tutto attorniato da ottima qualità simile a quella delle strutture sanitarie pubbliche.

L’iter dunque che le cliniche sanitarie private possono seguire per godere della collaborazione con l’SSN, è detto comunemente sistema delle tre A (Autorizzazione – Accreditamento - Accordi contrattuali). Esso si divide in tre fasi che permettono alla clinica di passare sulla stessa lunghezza d’ondadi quelle pubbliche.

 

La fase dell’Autorizzazione

Il primo momento di richiesta accreditamento è dato dall'autorizzazione. Si tratta di quel mezzo atto a consentire che possa essere esercitata l’attività sanitaria. Pertanto tutti coloro che (sia soggetto pubblico che soggetto privato) lavorano all’interno del SSN deve ottenere l’autorizzazione ai sensi dell’ex d.lgs. 502/92.

Essa potrà essere richiesta alla Regione nel cui territorio si intende avviare l’attività. Il procedimento può essere esperito sia da tutte strutture pubbliche sia da quelle private. Tale regola vale soprattutto se nell’obiettivo di esercizio dell’attività venga richiesto l’esercizio delle prestazioni in regime di ricovero, nonché per le prestazioni in regime ambulatoriale. La medesima regola vale se la clinica ha l’intenzione di erogare prestazioni in regime residenziale e per gli studi odontoiatrici/medici/altre professioni sanitarie, inclusi quelli infermieristici.

Per tutti i principi contenuti nel D.Lgs succitato, ogni singolo requisito va esaminato nel dettaglio dai funzionari della regione. Sarà l’amministrazione a decidere infatti se sussistono i criteri di inclusione, e se la struttura possiede tutti i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi richiesti per legge.

In questo step, come ultima cosa, l’autorizzazione da parte della Regione può essere rilasciata se il Comune di appartenenza ha eseguito una regolare verificadella struttura all’interno della quale verrà ospitata la clinica privata. In merito a questa verifica ispettiva, l’imprenditore dovrà disporre di tutta la documentazione prevista dalla D.G.R. 3586/2004.

Qualora il controllo dovesse avere un esito positivo, la Regione darà il via libero a passare allo step successivo: in caso contrario comunica all’imprenditore potenziale quali sono le mancanze affinché lo stesso possa adeguarsi ai requisiti mancanti. Se il richiedente ottempera alle modifiche, avviene una nuova ispezione, al termine della quale (se a norma) l'ufficio predispone l'atto autorizzativo.

 

 

La domanda alla segreteria dell’ufficio sanitario

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Prima di passare alla fase di accreditamento c’è ancora uno step appartenente al processo autorizzativo. Ovvero, nel rispetto della Deliberazione della Giunta Regionale n.3586 del 30/12/2004, dopo che il richiedente ha ottenuto il via libera all'autorizzazione per l’apertura dell’attività e dopo essere entrato in possesso del certificato di agibilità, ha l’obbligo di consegnare una domanda alla segreteria dell'Ufficio strutture sanitarie. Questo step è necessario ai fini dell’apertura, ma anche in caso di trasferimento, ampliamento o modifiche della struttura.

Per poter presentare la suddetta domanda non c’è obbligo di effettuare una prenotazione. Essa può essere sia presentata amezzo posta, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, sia di persona recandosi presso l'ufficio strutture sanitarie private.

Questa domanda è soggetta al pagamento di una tassa, che varia a seconda del tariffario della regione di appartenenza: di norma l’importo cambia a seconda della classificazione della struttura e in base al numero dei locali. La domanda va accompagnata da tutti i documenti richiesti dal D.G.R. 3586/2004 con potenziali integrazioni richieste dall'ufficio. Possono presentare la domanda tutte le persone o/e i professionisti che vogliono avviare una struttura clinica privata.

 

La fase di accreditamento

La seconda fase dell’iter consiste dell’accreditamento. Quest’ultima è obbligatoria soltanto per quelle cliniche private che però vogliono conservarsi una percentuale di guadagnò operando in convenzione con la sanità pubblica. Viceversa se si intende lavorare in totale autonomia l’unico step da seguire sarà quello della richiesta autorizzativa.

L’accreditamento viene elargito sia in base alla rispondenza con la programmazione sanitaria regionale sia tenendo conto di altri requisiti di qualificazione indicati dalla Regione ai sensi del d.lgs 59/97.

Sfruttando il vantaggio dell’accreditamento la clinica (che è comunque privata) può operare in nome e per conto del SSN. Può adottare le medesime tariffe e ogni mese percepisce quindi una quota attinta dal finanziamento sanitario regionale. Dopo aver fatto richiesta di accreditamento, l’imprenditore dovrà firmare un contratto, al cui interno verrà indicata la programmazione obiettiva che verrà periodicamente controllata dai funzionali regionali per stabilire la genuinità delle prestazioni erogate.

Il che significa correre anche il rischio di vedersi revocare l’accreditamento, qualora da verifiche effettuate siano venuti a mancare i requisiti qualitativi che hanno permesso di godere della concessione.

 

 

Gli accordi contrattuali

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Dal momento che l’accreditamento rende al richiedente il possesso di una qualifica di gestore del servizio pubblico, sono due le parti coinvolte per cui occorre stabilire dei reciproci vantaggiosi accordi contrattuali.

Questi ultimi servono ad equilibrare il rapporto lavorativo tra i due soggetti (pubblico e privato). L’accordo contrattuale pertanto è un contratto di disciplina pubblicistica che mette in relazione la struttura privata con la pubblica amministrazione. Esso viene stipulato solo dopo il via libera dato dall'SSN all’accreditamento e di norma si compone di due tipi di atti: il primo unilaterale è quello elargito dalla pubblica amministrazione che mette la clinica privata sul suo stesso livello, e il secondo che permette l’operatività della struttura privata, attraverso un vero e proprio accordo tra le parti.

Le Regioni hanno l’obbligo di stabilire il regime applicativo degli accordi. Inoltre vanno individuati i soggetti interessati, per stabilire l’eventuale responsabilità della Regione e della Asl all’interno dell’accordo. Sarà infatti la struttura pubblica sia a stabilire la formulazione dei programmi di attività, che a decidere le morali di remunerazione.

 

La questione della Remunerazione

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L’apertura di una clinica privata sulla base della collaborazione con il SSN è molto vantaggiosa soprattutto sul piano remunerativo. Questo in particolarese i servizierogati concernono l'assistenza ospedaliera e ambulatoriale. Ambedue i servizi risultano infatti a carico del SSN, il quale finanzia la struttura privata in base ad un ammontare globale predefinito, chiamato tetto di spesa. Quest’ultimo viene previamente stabilito e scritto negli accordi contrattuali stipulati.

Per quanto concerne le modalità di remunerazione esse avvengono in modo omogeneo ed equo su tutto il territorio nazionale. Stesso criterio viene usato per stabilire le tariffe massime remunerabili che si calcolano su un campione rappresentativo di strutture accreditate, senza mai tralasciare i costi standard e i tariffari regionali.

Infine una volta ottemperati tutti i passaggi obbligatori sarà necessario dedicare tempo e soprattutto denaro a strategie di marketing e web marketing utilizzando campagne pubblicitarie su tv locali, quotidiani locali e mettendo online un sito web professionale vetrina dell'attività. Un esempio di sito web per clinica medica è Romamed.net, clinica medica privata con guardia medica a Roma, pronto soccorso e servizi medici specialistici, tutte prestazioni come potete vedere ben esplicate nelle varie pagine del portale.

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